Una delle caratteristiche più affascinanti del corpo umano è la sua straordinaria diversità, che si riflette anche nella percezione di sensazioni e stimoli, in particolare nel sistema posturale. Ciò che per una persona può essere un’aggressione al sistema, per un’altra potrebbe risultare perfettamente tollerabile. È il caso dei tacchi: una modifica che imponiamo al corpo e che può influire profondamente sull’equilibrio posturale.
Quando parliamo di tacchi, ci riferiamo a quelle calzature che elevano il tallone rispetto all’avanpiede, non di plateau o zeppe. L’essere umano nasce per camminare con i piedi a contatto con il terreno, orizzontali e con le dita aperte. Questa configurazione naturale garantisce stabilità ed equilibrio, elementi che l’uso abituale dei tacchi può alterare significativamente.
Gli effetti dei tacchi sul corpo
Indossare i tacchi quotidianamente può portare a modifiche posturali significative.
I tacchi riducono la base d’appoggio del piede, rendendo la postura più instabile. Questo causa due problematiche principali:
- la prima è di tipo biomeccanico: sollevando il tallone rispetto alla punta, tutte le strutture della gamba posteriore (come il tendine di Achille) si accorciano, mentre quelle della gamba anteriore (es: muscolo tibiale) si allungano. La caviglia bloccata produce un irrigidimento dei muscoli dei polpacci. Inoltre, dato che l’equilibrio diventa più difficile da mantenere, l’intero sistema si deve adattare a questa nuova condizione: le curve della schiena si accentuano, la verticale del corpo si sposta in avanti, persino l’articolazione della mandibola può aumentare la propria tensione.
- la seconda problematica è di tipo recettoriale: la pianta del piede, allontanata dal terreno, riceve meno informazioni sensoriali, influendo negativamente sull’equilibrio e sulla capacità di movimento. Quando il piede perde il suo ruolo di recettore posturale, viene danneggiato l’intero sistema propriocettivo del corpo, che sta alla base del controllo posturale. Questo può causare o peggiorare sintomi tipici della Sindrome da Deficit Posturale (mal di schiena, difficoltà di equilibrio e coordinazione, difficoltà nello svolgere compiti cognitivi).
Togliere i tacchi a chi li porta da anni potrebbe però provocare ulteriori disagi, dimostrando come ogni caso vada valutato soggettivamente: l’utilizzo prolungato, ad esempio, può modificare la lunghezza del tendine d’Achille, rendendo scomodo o persino doloroso camminare senza.
Falsi miti e abitudini radicate
Esiste una diffusa credenza che “un po’ di tacco sia necessario“. In realtà, anche un piccolo tacco può portare a limitazioni nel movimento, aumentando la fatica e riducendo l’efficienza. È importante comprendere che il corpo umano è progettato per il movimento naturale: se pensiamo al piede nudo del bambino, esso livellato al suolo, con le dita ben distanziate. Qualsiasi modifica prolungata a questo movimento può causare stress al sistema.
Alcuni bambini, però, hanno l’abitudine di camminare sulle punte: in questo caso viene naturale pensare che la soluzione sia mettere scarpe con tacco come supporto. Invece spesso questa camminata è segnale di una problematica posturale (o propriocettiva) più a monte del sistema, che richiede una valutazione approfondita.
Una riflessione estetica e pratica
Nella nostra società, i tacchi vengono spesso imposti come simbolo di eleganza, soprattutto alle donne. È triste vedere come uno strumento che limita il movimento e la postura sia considerato indispensabile in certe occasioni formali. Questo obbligo estetico, che include l’inarcamento forzato della schiena, pone una domanda importante: è più importante essere belle agli occhi degli altri o sentirsi sane, comode e forti?
Il consiglio dell’esperta: Nadia
I tacchi possono essere belli e piacevoli da indossare in occasioni speciali, ma è essenziale usarli con consapevolezza. Nella vita quotidiana, privilegiare scarpe comode e funzionali è una scelta che supporta il benessere del nostro corpo: in questo senso, è importante scegliere scarpe che abbiano una suola il più possibile piatta e sottile, e che lascino spazio in punta per il movimento delle dita.
In definitiva, ognuno è libero di scegliere ciò che preferisce, ma è fondamentale sviluppare una visione del corpo che dia priorità alla salute e alla forza.
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