Il progetto
Tramite questo progetto voglio dare il mio contributo alla diffusione della posturologia e delle tecniche innovative frutto degli ultimi decenni di ricerca in questo campo.
Posturologia
Il direttore d’orchestra
Quando notiamo nel nostro corpo un problema posturale (dolori, o anche solo difetti che iniziamo a notare), pensiamo subito a come agire sulla parte visibile della nostra postura (la classica frase, “devo stare più dritto”).
In un certo senso, questa visione è stata supportata dalle tecniche tradizionali, le quali spesso intervengono direttamente sul muscolo, o tutt’al più sulle catene muscolari adibite al mantenimento della postura, con esercizi di allungamento, o di attivazione, o di forza muscolare. Pur riconoscendo la grande validità di queste tecniche in un’ottica di esercizio, e pur avendo fatto tutta la comunità passi da gigante nella comprensione dell’unità del corpo umano, rimane un tassello fondamentale da considerare per costruire un trattamento e un percorso efficace.
Il lavoro dei nostri muscoli posturali, infatti, è comandato da una parte molto antica del nostro cervello (o per essere più precisi del sistema nervoso centrale), che personalmente trovo utile definire come “CERVELLO POSTURALE”. In sostanza, esso si comporta come un direttore d’orchestra, che decide in ogni momento quali muscoli dovranno attivarsi, e quali disattivarsi, e combina queste funzioni per ottenere l’armonia del nostro movimento.
Sento, quindi muovo
Questo cervello posturale prende le sue decisioni in base alle informazioni che riceve dal corpo.
Il nostro corpo è interamente ricoperto di sensori (i recettori) che inviano costantemente informazioni (sensazioni) al cervello. In base ad esse noi creiamo la PERCEZIONE di noi stessi: immaginiamo una fotografia del nostro corpo e delle nostre posizioni. Una fotografia dinamica, in continuo aggiornamento.
A seconda di quello che il cervello “vede” da questa fotografia, deciderà come muovere i nostri muscoli, e quindi deciderà la nostra postura e i nostri movimenti.
Questo meccanismo è di importanza quasi vitale per noi, perché è l’unico modo che il nostro corpo ha di conoscere sé stesso. Così, se Cartesio trovava la dimostrazione dell’esistenza dell’essere umano nel postulato “penso, quindi sono”, oggi possiamo tradurre questa affermazione nelle logiche del corpo: “sento, quindi muovo”.
Ma che succede quando questo meccanismo non funziona più correttamente?
Una Fotografia Bucata
Quando, per moltissimi motivi, questo equilibrio delicato si spezza (le sensazioni non arrivano o arrivano male, la percezione è alterata), la fotografia del nostro corpo non sarà più precisa, ma incompleta, proprio come una vecchia fotografia bucata. Il cervello posturale non sarà più in grado di prendere decisioni corrette, e di conseguenza i muscoli inizieranno a funzionare male.
La particolarità di questo meccanismo è che è totalmente automatico. Infatti, il nostro cervello posturale crede sempre di essere nel giusto: in parole povere, noi siamo storti, perché il nostro cervello “ci vede” dritti. O ancora, noi abbiamo male a un muscolo, perché in realtà sta lavorando male, mentre invece il nostro cervello crede di farlo lavorare bene.
Posturologia, una nuova definizione
La Posturologia diventa quindi prima di tutto lo studio di tutti quei meccanismi sensoriali e percettivi che governano ed influenzano il nostro movimento. Conoscere questi meccanismi così importanti ma così nascosti del nostro corpo diventa fondamentale per capire dove risiede la causa del problema, e da lì strutturare il percorso migliore per risolverlo.