Recentemente sono diventati virali sui social video di persone che si muovono in quadrupedia, suggerendo contemporaneamente che questo sia in realtà la posizione di movimento naturale dell’essere umano, mentre il movimento in stazione eretta sia in qualche modo “artificioso”.
In questo articolo andrò ad analizzare se questa affermazione ha un qualche fondo di verità oppure no.
Camminare su due gambe è un aspetto naturale del nostro modo di muoverci, una caratteristica distintiva della nostra specie. Anche se esistono movimenti che eseguiamo su quattro arti, come arrampicarsi su una parete o strisciare per terra, è chiaro che il nostro corpo è progettato per il bipedismo. La nostra anatomia e la nostra evoluzione dimostrano che camminare su due gambe è la modalità più adatta per noi, consentendoci di sfruttare appieno le nostre capacità fisiche e cognitive.
La nostra anatomia:
progettati per la stazione eretta
Innanzitutto, è bene definire due concetti che spesso vengono confusi, dato che entrambi si applicano perfettamente all’uomo: il bipedismo e la stazione eretta.
L’essere umano si è evoluto per essere bipede, ossia per muoversi su due arti. Questo fatto diventa evidente soprattutto osservando le profonde differenze tra gli arti superiori e inferiori. Le gambe sono molto più forti e lunghe rispetto alle braccia, concepite per sostenere il peso del corpo e permettere di camminare in modo efficiente. Il piede stesso si è altamente specializzato per restituire energia in modo efficiente durante la corsa di lunga durata e il salto bipede. Al contrario, le braccia, pur essendo versatili, non hanno la forza o la struttura necessaria per sostenere il peso corporeo in modo continuo, come avviene negli animali quadrupedi.
Esse, piuttosto, si sono evolute per compiere movimenti precisi e fini, come la manualità, permettendo un enorme vantaggio evolutivo.
Questa modalità di spostamento, però, non è prerogativa unica dell’essere umano: banalmente, anche gli uccelli utilizzano questo tipo di movimento quando si muovono a terra. Altri primati, come ad esempio il gibbone, passando con disinvoltura dalla quadrupedia al bipedismo a seconda delle necessità.
Quello che ci caratterizza come esseri umani, invece, è l’utilizzo del bipedismo in modo abituale e continuo, non solo occasionale. Questo ha portato a una serie di modifiche, uniche nel nostro corpo, che hanno creato la stazione eretta.
Un altro aspetto fondamentale è la struttura della nostra colonna vertebrale. A differenza degli animali che si muovono su quattro zampe, la colonna vertebrale umana presenta quattro curve naturali (cervicale, toracica, lombare e sacrale), che fungono da ammortizzatori e ci permettono di mantenere l’equilibrio mentre stiamo in piedi e camminiamo.
Questo prova come il nostro corpo si sia adattato per sostenere un movimento bipede a lungo termine.
Evoluzione:
l'equilibrio tra pro e contro
Questa caratteristica, tuttavia, ci rende anche più suscettibili a problemi come grande incidenza di mal di schiena e ernie discali. Questo fatto viene ultimamente utilizzzato come prova della non naturalezza della stazione eretta: come può essere un risultato evolutivo, se ci porta così tante debolezze?
Bisogna però ricordare che l’evoluzione non punta alla perfezione, ma all’ottimizzazione costi/benefici. Il bipedismo, pur comportando qualche inconveniente come il rischio di ernie, ci ha offerto vantaggi evolutivi enormi come la capacità di utilizzare le mani per una varietà di compiti complessi (dallo sviluppo di strumenti, all’interazione sociale), ma anche una visione più completa e la possibilità di sviluppare un cervello più grande.
Questi fattori hanno giocato un ruolo cruciale nel nostro sviluppo come specie e hanno più che compensato gli svantaggi della postura eretta.
La quadrupedia nell'allenamento
La quadrupedia, pur non essendo la nostra modalità abituale di movimento, è comunque uno schema motorio posseduto dall’essere umano, e risulta utile in alcuni contesti: quando ci arrampichiamo, ci abbassiamo per passare sotto un ostacolo, o semplicemente giochiamo.
E’ importante non scordarcene (come per tutti gli altri schemi motori) e manterlo vivo nelle nostre capacità di movimento. Nel contesto dell’allenamento fisico, movimenti ispirati alla quadrupedia possono essere estremamente benefici.
Esercizi come il “bear crawl” (camminata dell’orso) rafforzano la muscolatura del core, migliorano la coordinazione e l’equilibrio, e rafforzano polsi, gomiti e spalle, migliorando la salute dell’arto superiore. In definitiva, possono essere un ottimo complemento a un programma di allenamento.
E’ fondamentale sottolineare che questo genere di esercizi devono essere inseriti in un contesto più ampio di allenamento globale e supervisionati da un personal trainer qualificato, che possa garantire che vengano eseguiti correttamente per massimizzare i benefici e prevenire infortuni.
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